Capita che…
Quante volte capita che, mentre dovresti essere concentrato, attento e focalizzato, la tua mente si ritrova a vagare e a pensare a tutt’altro?
Magari dovresti ascoltare il professore che tiene una lezione, o sei nel bel mezzo di una riunione importante, o sei impegnato a lavorare a un progetto, e la tua mente è altrove.
Invece di essere nel “qui ed ora” la tua mente si ritrova a “vagabondare” tra dimensioni temporali diverse, come il passato o il futuro: pensi a quanto è accaduto il giorno precedente o a ciò che dovrai fare domani.
Secondo diversi studi e ricerche, i nostri pensieri quotidiani, in una percentuale significativa, sono dedicati a questo tipo di attività: la mente è impegnata in pensieri e stati d’animo che sono auto-generati piuttosto che dipendenti da uno stimolo esterno.
Sempre secondo studi e ricerche, sembra che ci sia una relazione significativa tra questa tendenza a “rimuginare” e l’insorgere di situazioni negative quali: prestazioni inferiori, difficoltà di memorizzazione, stati di ansia e di depressione (https://bit.ly/34EsMRJ).
Allo stesso tempo, altri studi e ricerche, sembrano dimostrare una correlazione positiva tra il “vagabondare” della mente e la creatività (https://bit.ly/3tlTWY2).
Essere nel posto giusto, al momento giusto e nel modo giusto
In buona sostanza sembra che sia fondamentale “essere nel posto giusto, nel momento giusto e nel modo giusto”.
Dovremmo essere nel qui ed ora quando siamo focalizzati su un compito, come, per esempio. una prestazione sportiva o professionale.
Timothy Gallwey ha definito la Peak Performance come l’espressione del “nostro potenziale, meno le interferenze interne”.
Le interferenze interne sono il frutto del nostro dialogo interiore. Cose come i commenti negativi, i dubbi, le convinzioni limitanti. Quando la nostra attenzione si sposta da ciò che stiamo facendo all’errore appena commesso o alla paura di “perdere” o di “non ottenere il risultato desiderato”, ecco che la qualità della nostra prestazione ne risente immediatamente.
Dovremmo essere nel “qui ed ora” anche quando possiamo semplicemente godere di un momento piacevole: una chiacchierata con un amico, lo spettacolo della natura, un buon pranzo, una buona cena, un’attività sportiva. Se ci pensi, nel corso di ogni singola giornata abbiamo a disposizione un’enorme quantità di occasioni di piacere.
Allo stesso tempo e allo stesso modo, dovremmo concederci del tempo e dello spazio per “sognare a occhi aperti”, in modo creativo e positivo, per immaginare scenari nuovi e diversi, per andare oltre il nostro quotidiano e l’immagine che abbiamo di noi stessi.
Ipnosi e meditazione
A questo scopo è possibile usare strumenti antichi e potenti come l’ipnosi o la meditazione. Quando la nostra attenzione si sposta all’interno e le frequenze elettriche del nostro cervello rallentano, questo non distingue più tra un’esperienza realmente vissuta e un’esperienza vividamente immaginata.
Un’esperienza vividamente immaginata significa un’esperienza immaginata con il coinvolgimento di tutti i nostri sensi: la vista, l’udito, il tatto (le sensazioni), il gusto e l’olfatto.
Cosa significa che il cervello non distingue più tra l’esperienza vissuta e quella immaginata? Significa forse che non sa che una è vera e che l’altra è sono immaginata? Certo che no! Significa semplicemente che, anche solo sulla base di un’esperienza immaginata, il cervello è in grado di creare nuove reti neurali che corrispondono all’esperienza immaginata.
Un esempio pratico
Facciamo un esempio pratico: immagina di aver paura di parlare in pubblico, ma di voler imparare a farlo con sicurezza, eleganze ed efficacia.
Ecco cosa puoi fare e come puoi fare:
- sposta la tua attenzione da “fuori” a “dentro”: distaccati dal momento presente e focalizza la tua attenzione all’interno.
Potresti farlo per esempio notando il ritmo del tuo respiro, la posizione e il peso di ogni singola parte del tuo corpo, notando come, ogni volta che espiri, il semplice gesto di lasciar andare l’aria, scioglie ogni tensione, dalla cima delle testa fino alla punta dei piedi; - accedi al giusto stato emotivo, per esempio uno stato di sicurezza, focalizzazione e divertimento.
Pensa magari a un momento passato in cui ti sei sentito proprio come ti vuoi sentire ora, o pensa anche solo a come ti sentiresti se tu fossi sicuro di te, focalizzato e divertito.
Così facendo, in modo del tutto inconscio, “accenderai” le corrispondenti reti neurali e produrrai la chimica che ti induce a sentirti proprio come ti vuoi sentire; - immagina ora di parlare in pubblico in quello stato, come se tu lo stessi realmente facendo: vedi ciò che vedresti, ascolta ciò che ascolteresti e prova ciò che proveresti. “Produci” un film mentale di te stesso in quella situazione e fallo in modalità “associata”.
Questo significa che non devi vedere te stesso nella tua immagine mentale perché “sei lì”, come se tu fossi nella situazione reale e vedessi ciò che è intorno a te attraverso i tuoi stessi occhi.
Tieni presente che buona parte del coaching mentale degli sportivi è basato proprio su questi semplici principi. In queste condizioni il tuo cervello sarà in grado di creare una nuova rete neurale relativa all’esperienza immaginata, proprio come farebbe se tu vivessi l’esperienza reale.
Come ben sai, dopo che hai fatto qualcosa di nuovo la prima volta, diventa più facile rifarlo.
Mindfulness
Un altro strumento utile è la Mindfulness.
Secondo Jon Kabat-Zinn, uno dei pionieri di questa disciplina, la Mindfulness consiste nel processo di prestare attenzione allo scorrere dell’esperienza nel momento presente, attimo dopo attimo, e farlo in un modo particolare: con intenzione e in modo non giudicante.
La Mindfulness è dunque caratterizzata da:
- la capacità di dirigere l’attenzione al momento presente, al “qui ed ora”
- l’attitudine con cui lo si fa: curiosità, apertura, non giudizio e accettazione
Numerose ricerche scientifiche (https://bit.ly/34QsNCl – https://bit.ly/33v9RIC) testimoniano che la pratica della Mindfulness produce numerosi benefici per quanto riguarda numerose funzioni cognitive, quali l’attenzione, sia cognitiva che esecutiva, che la memoria. Si riduce quindi la “distrazione” e la possibilità di commettere errori. Si riduce anche il “tempo di risposta” su attività che comportano attenzione prolungata.
La Mindfulness produce inoltre dei cambiamenti nell’atteggiamento; primo tra tutti la tendenza a “rimuginare” e a confondere i fatti con l’interpretazione che ne diamo.
Ci aiuta a conoscere meglio noi stessi.a diventare più consapevoli: della situazione attuale, delle condizioni interne ed esterne, dei nostri pensieri, delle nostre intenzioni, aspirazioni, risorse e molto altro ancora.
Per dirlo con una metafora dello stesso Jon Kabat-Zinn: «Tutti sappiamo che le condizioni atmosferiche sfuggono al nostro controllo. Il buon marinaio impara a leggerle attentamente e a rispettarne la potenza. Se è possibile, evita la tempesta; ma se non è possibile e ci si trova in mezzo, sa quando è il momento di ammainare le vele, serrare i portelli, gettare l’àncora e aspettare che la burrasca si acquieti, tenendo sotto controllo quello che è controllabile e lasciando andare il resto».