Ti è mai capitato di desiderare alcune cose per voi stessi e di non fare nulla per ottenere quello che sostenete di desiderare?
Ti è successo di voler, per esempio, perdere peso, liberarvi della schiavitù del fumo, imparare l’inglese, migliorare le vostre relazioni, cambiare lavoro o imparare a ballare il tango argentino e di non fare azione e rimanere dunque bloccati dove siete?
E capita che in questo tipo di situazione l’unica azione che svolgiamo è quella di lamentarci e dare la colpa fuori derubando così noi stessi della possibilità di scegliere?
A quante persone capita di “essere vissuti dalla vita”, incapaci di orientarsi verso nuove direzioni, a quanti capita di essere in balia di se stessi invece che alla guida di se stessi?
La più nobile forma di libertà di cui un essere umano può godere è la libertà di darsi un orientamento, di fare il punto della situazione, stabilire dove si trova, definire una meta, disegnare una rotta ed avere la capacità di rispettare le regole necessarie per giungere a destinazione.
Cosa fa un coach
Questo è ciò che il coach fa per le persone.
- Aiuta a fare il punto della situazione e quindi ad acquisire o accrescere la consapevolezza di dove ci troviamo, della “situazione attuale“.
- Coadiuva a definire la meta, dove stiamo andando, dunque i nostri obiettivi, la “situazione desiderata”. Semplice ma non facile; spesso le persone sanno molto bene cosa vogliono evitare nella vita e non sono altrettanto consapevoli di cosa vogliono ottenere o avere nella loro vita.
- Affianca nel definire la migliore strategia per passare dalla situazione attuale alla situazione desiderata e ci sostiene nel cambiamento.
- Sostiene nel trovare la motivazione per arrivare a destinazione anche quando il viaggio si fa meno agevole.
- Rende consapevoli delle risorse inconsce e ci aiuta a sviluppare maggiormente le risorse delle quali siamo già consapevoli, a raggiungere il massimo livello delle nostre capacità di prestazione.
Il fine del coaching
Nell’inglese antico “coach” significa anche carro o carrozza.
È dunque il mezzo che trasporta una o più persone dal luogo di partenza al luogo dove desiderano andare.
È colui che aiuta le persone ad essere le persone che desiderano, a vivere la vita che desiderano e a vedere in quella che già hanno tutte le scelte disponibili delle quali spesso non siamo consapevoli, tutta la bellezza e le occasioni di piacere che già abbiamo a disposizione e che semplicemente non abbiamo l’abilità di godere, a ottenere, anche nella vita professionale, i risultati che desiderano.
Come sottolinea Robert Dilts nell’introduzione al suo libro “Il manuale del Coach“:
«Il coaching pone una particolare enfasi sul cambiamento generativo, che si concentra sulla definizione e sul raggiungimento di obiettivi specifici. Le metodologie del coaching sono “orientate al risultato”, piuttosto che “centrate sul problema”. Tendono ad essere fortemente “centrate sulla soluzione”, ad incentivare lo sviluppo di nuove strategie di pensiero e di azione, piuttosto che cercare di risolvere problemi e conflitti del passato. Il problem solving, o il “cambiamento correttivo” (remedial change), si associano più naturalmente al counseling ed alla terapia».
Coach differenti per differenti necessità
Esistono 4 tipi di coaching: il life coach aiuta a raggiungere obiettivi personali; il coach aziendale e manageriale aiuta aziende e professionisti ad agire con più efficacia nella vita professionale; il career coach sostiene le persone nelle fasi di cambiamento professionale; infine il coach sportivo per l’allenamento mentale aiuta gli atleti ad innalzare il livello di performance.
«Uno studio dell’International Personnel Management Association ha rilevato che se la formazione migliora la produttività mediamente del 22%, con l’intervento del coaching si raggiunge l’88%».
Fonte: Financial Times, maggio 2002.
Il coach è dunque l’alleato migliore e più efficace, colui che ha gli strumenti per aiutarci a riappropriarci della vita che meritiamo.
Paola Velati