Secondo uno studio svolto dalla University of Alabama Birmingham, le persone con sintomi depressivi hanno un rischio di ictus superiore del 54% rispetto a coloro che non manifestano sintomi di depressione.
Se vuoi leggere lo studio originale: (Depressive symptoms and risk of stroke in a national cohort of blacks and whites from REGARDS)
I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati su Neurology Clinical Practice.
Lo studio
Lo studio ha coinvolto 9.529 partecipanti neri e 14.516 bianchi, di età pari o superiore a 45 anni. Nessuno dei partecipanti era mai stato colpito da ictus.
I sintomi depressivi sono stati valutati utilizzando la misurazione del “Center for Epidemiologic Studies Depression Scale” (CES-D-4). (A propsito di depressione, vedi anche l’articolo del blog: Insieme per battere la depressione).
I soggetti della ricerca sono stati seguiti per di nove anni, nel corso dei quali si sono verificati complessivamente 1.262 casi di ictus.
I risultati dello studio
Lo studio ha registrato:
- un aumento del 39% di rischio di ictus nei partecipanti con sintomi depressivi con punteggi CES-D-4 da 1 a 3;
- un aumento del 54% di rischio di ictus nei partecipanti con sintomi depressivi con punteggi CES-D-4 di 4 o superiori a 4.
Le differenze di “razza”
Virginia Howard, Ph.D., professore presso il Dipartimento di Epidemiologia della UAB School of Public Health, afferma che:
“Ci sono una serie di noti fattori di rischio per l’ictus, come l’ipertensione, il diabete e le malattie cardiache; ma stiamo cominciando a capire che ci sono anche fattori di rischio non tradizionali e che i sintomi depressivi incombono in cima a quella lista. Questi fattori di rischio non tradizionali devono essere nella conversazione sulla prevenzione dell’ictus”.
Negli Stati Uniti la popolazione di colore è soggetta a un maggior rischio di ictus rispetto alla popolazione bianca, e uno degli obiettivi dello studio era anche quello di capire se i sintomi depressivi potessero spiegare quella differenza.
Cassandra Ford, Ph.D. presso l’Università dell’Alabama e primo autore dello studio dice che:
“I tradizionali fattori di rischio non spiegano completamente la differenza di rischio di ictus tra le razze. I risultati dei pochi studi che hanno indagato tali differenze sono stati contrastanti. La depressione spesso non viene rilevata e diagnosticata nei pazienti di colore, che spesso hanno meno possibilità di ricevere cure efficaci. Questi risultati suggeriscono che è necessario condurre ulteriori ricerche per esplorare i fattori di rischio non tradizionali dell’ictus. Le implicazioni dei nostri risultati sottolineano l’importanza di valutare questo fattore di rischio in entrambe le popolazioni “.
Le conclusioni dei ricercatori
Il punto, secondo la Howard, è che i medici devono riconoscere che il rischio di ictus da fattori depressivi è alto.
“Le domande standard poste nel tipico incontro medico / paziente devono essere aggiornate per includere domande riguardanti i sintomi depressivi”, ha detto. “I medici delle cure primarie, della medicina interna e della geriatria devono considerare di informarsi con i loro pazienti su eventuali sintomi depressivi”.
Queste considerazioni e questo approccio ci ricorda che la medicina moderna, così avanzata e iper-specialistica, non può comunque permettersi di perdere di vista un approccio olistico capace di valutare la persona a 360 gradi.
Paola Velati